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Categoria: Dicono di noi

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Chiesa e mafia: 40 anni di fatti e documenti in un libro curato da Augusto Cavadi 

Tratto da: Adista Notizie n° 4 del 01/02/2020

 40113 ROMA-ADISTA (Luca Kocci). Il Vangelo e la lupara: il primo, la «buona notizia» di liberazione annunciata da Gesù di Nazareth; la seconda, strumento di morte e simbolo di Cosa nostra. Antitetici per natura, talvolta però, nel corso della secolare storia dei rapporti fra Chiesa cattolica e mafie, anche posti uno accanto all’altra sui tavoli degli «uomini d’onore» che si professano cattolici mentre ordinano o commettono omicidi e sulle scrivanie dei parroci che preferiscono il silenzio alla denuncia.

 

Il Vangelo e la lupara. Documenti e studi su Chiese e mafie è il titolo del libro curato da Augusto Cavadi (teologo critico e filosofo «di strada», cofondatore della Scuola di formazione eticopolitica “Giovanni Falcone”, autore di numerosi saggi: www.augustocavadi.com) che, dopo la prima edizione del 1994 in due volumi andati esauriti e mai più ristampati dalle Edizione Dehoniane, viene ora ripubblicato in una versione più agile e completamente aggiornata dall’editore trapanese Di Girolamo (pp. 236, euro 20; il libro può essere acquistato anche presso Adista: tel. 066868692; email: abbonamenti@ adista.it; sito web: www.adista.it

«La finalità – si legge nella prefazione – resta la medesima di 25 anni fa: sollecitare tutti i cittadini, in particolare coloro che si dichiarano seguaci del Vangelo di Gesù di Nazareth, a uscire dall’ingenua e pericolosa illusione di poter mantenersi equidistanti tra il sistema di dominio mafioso e la lotta per una legalità democratica effettiva». 

Il volume analizza e documenta la complessa storia delle relazioni fra Chiese e mafie, con saggi storici di p. Francesco Michele Stabile (La Chiesa cattolica e la mafia: uno sguardo d’insiemeDa papa Giovanni XXIII all’inizio del Concilio Vaticano II: 1958-1963Dal dopo-Concilio alla fine degli anni Ottanta: 1966-1989) e mons. Cataldo Naro (Dal ventennio fascista al secondo dopoguerra: 1924-1956); documenti ecclesiali (La camorra oggi è una forma di terrorismo: 1991, dei preti della Foranìa di Casal di Principe di don Peppe DianaCredere e resistere a Palermo: 1992, della Chiesa valdese di Palermo; Per una corretta prassi ecclesiale: 1994, del Consiglio pastorale della diocesi di Palermo); interventi pontifici (La mafia è una strada di morte: 2010di papa Benedetto XVILa ‘ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune: 2014 Non si può credere in Dio ed essere mafiosi: 2018, di papa Francesco); contributi vari di Cavadi (Dalla prima alla seconda visita di Giovanni Paolo II in Sicilia: 1981-1993), Delia Parrinello (l’ultima intervista a don Pino Puglisi), mons. Raffaele Nogaro (Don Peppino Diana martire per la giustizia); e un ampio saggio introduttivo di Cavadi che del fenomeno Chiese e mafie offre «una chiave di lettura complessiva», senza grossolane generalizzazioni (“la Chiesa e la mafia sono identificabili”, oppure, si segno opposto, “la Chiesa e la mafia sono due realtà irriducibilmente opposte, come l’acqua santa e il diavolo”), ma con lo sguardo attento, critico e profondo di chi legge e interpreta fatti e documenti da almeno quattro decenni.

-       Il Vangelo e la lupara dovrebbero essere incompatibili, l’uno la negazione dell’altro. Eppure scrivi che «la stragrande maggioranza dei mafiosi si professa cattolica, tiene molto a sposarsi secondo il rito cattolico, a battezzare e cresimare i figli, a lasciare il mondo con un solenne funerale in chiesa…».Quali sono le ragioni di questo volersi dire, e soprattutto volere apparire, cattolici?

-       Forse all’aspetto propriamente teologico si accompagna un problema ecclesiologico: il cattolico medio, dunque anche il mafioso, vede che l’atteggiamento più diffuso tra vescovi e preti non è stato, e non è, di rifiuto netto e clamoroso delle organizzazioni mafiose… 

-        E’ vero, ma non ti sembra che dal cardinal Ruffini a papa Bergoglio sia comunque cambiato qualcosa a livello strutturale?

-       Sei dunque piuttosto pessimista sul futuro immediato in questo ambito

-       Perché, secondo te, la connivenza fra pezzi di clero e laicato cattolico, da un lato, e frange consistenti di cosche mafiose, dall’altro, ha funzionato e continua a funzionare?

 

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