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Venerdì sera 4 febbraio 2022, dalle ore 20.30 alle 22, la Scuola di formazione etico-politica “Giovanni Falcone” ha organizzato in modalità mista – in presenza, presso la Casa dell’Equità e della bellezza” e on line - un incontro/dibattito con la consigliera comunale professoressa Valentina Chinnici sul tema “Luci e ombre dell’amministrazione Orlando”.


Hanno partecipato all’incontro complessivamente una trentina di persone.
La consigliera Chinnici ha fornito inizialmente un quadro della situazione economico-finanziaria del Comune di Palermo che, come è noto, per evitare il dissesto finanziario ha dovuto aumentare l’addizionale IRPEF al tetto massimo consentito. La consigliera ha sottolineato che, malgrado i mugugni e nonostante ormai 28 consiglieri su 40 siano all’opposizione, l’approvazione del piano di riequilibrio è passata in quanto ritenuta misura necessaria, anche con l’assenso tacito di molti consiglieri dell’opposizione.
L’approvazione del piano di equilibrio comporterà che i bilanci della città staranno ‘sotto i riflettori’ per vent’anni, ma che, d’altra parte, si potranno incamerare somme cospicue – circa 70 milioni di euro – altrimenti inesigibili. L’aumento dell’addizionale IRPEF, se ce ne saranno le condizioni, potrà gradualmente abbassarsi e tornare ai livelli del 2021, forse anche entro tre anni.
La consigliera ha inquadrato la situazione economico-finanziaria del nostro Comune nel contesto complessivo in cui versano la gran parte dei comuni italiani che, da dieci anni ad oggi, hanno visto un taglio progressivo di finanziamenti da fondi nazionali e regionali. Sono state citate città come Torino, Roma, Napoli in dissesto finanziario e, in Sicilia, ben 300 Comuni in tale situazione.
Ma la condizione più preoccupante della nostra città metropolitana, a parere della consigliera, è il dissesto “funzionale” in cui versa l’amministrazione comunale, che ha visto il pensionamento – soprattutto per la ‘quota 100’ – di tanti impiegati, funzionari e dirigenti che, a causa dei vincoli di bilancio, non è stato possibile sostituire. L’aver evitato il dissesto finanziario, darà da giugno/luglio comunque la possibilità all’Amministrazione comunale di assumere quantomeno – se non nuovo personale – almeno tecnici e dirigenti già in servizio, che passeranno dalla modalità di impiego part-time a quella a tempo pieno.
Viene poi ancora evidenziato che la posizione debitoria del Comune di Palermo deriverebbe non tanto dall’ammontare dei debiti di spesa, ma da crediti difficili da riscuotere.
Dopo l’introduzione di Valentina, apprezzata all’unanimità per la chiarezza dei contenuti e del ‘posizionamento’ il più possibile obiettivo rispetto alla sua collocazione politica, vari gli interventi e le richieste di chiarimento.
Eccone una sintesi:
- è stato rilevato che se non ci fosse un bilancio in negativo (ossia passività superiori alle attività e, quindi, anche debiti superiori ai crediti) il Comune non sarebbe stato costretto a fare il Piano di riequilibrio (con aumento delle tasse come l’addizionale Irpef) per evitare il dissesto, a cui invece sono andate incontro le città di Torino, Napoli e Roma. Si è poi accennato al fallimento dell’Amia di cui il Comune era unico azionista, sostituita dalla RAP.
- Si è lamentata la quasi totale assenza di un’azione positiva dell’amministrazione comunale nelle periferie cittadine, che continuano a essere tagliate fuori dalla raccolta differenziata dei rifiuti, sommerse dall’incuria e da cumuli di immondizia. Si è preso atto della mancanza di una politica ambientale da parte del Comune. E si è sottolineata la persistente carenza di controllo del territorio, da parte dei Vigili Urbani e delle Forze
dell’Ordine, evidenziando che la partita della legalità, a Palermo più che altrove, si gioca su questo difficile contesto;
- É stata sottolineata la necessità che i cittadini di Palermo abbiano memoria dei fatti politici: che ricordino, ad esempio, del decennio dell’amministrazione Cammarata (2001-2012), decennio che ha portato al tracollo l’ex Amia e si è reso responsabile della grave crisi finanziaria ereditata poi dall’amministrazione Orlando;
- É stata ribadita comunque la responsabilità dell’amministrazione Orlando, alla quale si possono trovare attenuanti, ma non giustificazioni per le omissioni e le mancate buone pratiche;
- Da parte di chi lo ha conosciuto personalmente, collaborandovi in anni passati, è stata sottolineata la componente narcisistica del sindaco attuale e la sua incapacità di organizzare e promuovere un lavoro di squadra;
- È stata evidenziata la necessità, ora più che mai, nell’imminente scadenza elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale, di tradurre in politica il ‘di più’, la diversità costruttiva dell’universo femminile, capace spesso di uno speciale atteggiamento di cura
La consigliera Chinnici ha ascoltato con attenzione le osservazioni dei partecipanti, riconoscendo la fondatezza dei rilievi critici, ma mettendo in guardia da una sorta di atteggiamento adolescenziale che potrebbe portare a fare di Orlando il ‘capro espiatorio’ di tutti i mali della città e consegnare così in futuro l’amministrazione a un governo delle conventicole di partito, i cui giochi squallidi di alleanze ‘do ut des’ sono già percepibili.
La consigliera sottolinea poi che da parte dell’amministrazione comunale non c’è stata la necessaria valorizzazione dei quadri dirigenziali, ossatura indispensabile di ogni amministrazione pubblica.
Fa presente che per ovviare alla mancata riscossione della tassa della Tari da parte di più del 50% dei palermitani, il sindaco aveva proposto al governo nazionale che fosse introdotta d’ufficio, come il canone Rai, nella bolletta di un’utenza energetica (gas, luce…). Ma tale proposta gli è stata bocciata.
Riconosce poi lo scarso impegno dell’amministrazione nelle periferie e in ambito ambientale, anche se in questo settore, sulla base, di altre esperienze europee, a suo avviso, bisognerebbe ripensare alle modalità della raccolta differenziata.
Ricorda poi che riguardo all’esperienza della giunta Orlando, ormai arrivata al capolinea, bisogna dare atto che ha comunque contribuito in positivo a cambiare la percezione di Palermo nell’immaginario italiano ed europeo.
Per il futuro, ritiene, in comunione di sentire con i presenti, che sia necessario andare oltre i personalismi e gli interessi di bottega, che ci sia necessità di fare rete, di fare comunità e costruire insieme le scelte politiche che servono alla città, al di là di giochi asfittici di palazzo e di bottega.

Maria D’Asaro
Socia della Scuola di Formazione etico-politica “Giovanni Falcone”

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